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LA N'DOCCIATA DI AGNONE

Fotografie di Carlo Andreani – Fabrizio Cimini – Paolo Lolletti – Claudio Monderna 

LA N'DOCCIATA DI AGNONE

LA FESTA DEL FUOCO PATRIMONIO D’ITALIA

Se si vuole seguire il rito dei fuochi esistono pochi Paesi in Italia che vale un viaggio per vederli, di questi uno è certamente Agnone. La cittadina si trova in Alto Molise, in provincia di Isernia e conta 5000 abitanti stabili. E una Città dalle ampie tradizioni, cultura e storia. Agnone è anche il Paese delle Campane, della Rameria e dei prodotti tipici locali dove il caciocavallo è il formaggio trainante di una lunga tradizione casearia. Non mancano di certo anche gli allevamenti di bestiame, campi agricoli e artigianato di vario genere. La cittadina offre al turista certosino anche altre possibilità turistiche come la vicina zona archeologica di Pietrabbondante. La festa più importante è la ricorrenza annuale della N’Docciata (dal termine dialettale che significa “grande torcia”), un ventaglio di fiaccole (n’docce) ricavate da fusti di abete, alti circa un metro e mezzo e sapientemente legate l’un l’altra da mani esperte. All’apice delle n’docce viene sistemata della ginestra secca per accelerarne la combustione quando le sarà dato fuoco. Ogni n’doccia viene assemblata da più listarelle di legno fino a raggiungere l’altezza di tre metri e legata con dello spago sintetico. Messe insieme più n’docce si forma un ventaglio che può essere costituito fino a ventisei ed eccezionalmente fino a ventotto fiaccole. Ogni n’doccia pesa tra i sei e gli otto chili. Quando sarà completata verrà trasportata da una persona chiamata in gergo locale “n’docciere”. Quindi si può comprendere che per trasportarla sulle spalle il peso diventa molto importante man mano che aumenta di dimensioni.

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La N’Docciata di Agnone, Patrimonio d’Italia

N’Docciata (dal termine dialettale che significa “grande torcia”), un ventaglio di fiaccole (n’docce) ricavate da fusti di abete

Altra particolarità è che il ventaglio deve sempre essere formato da n’docce in misura pari e mai dispari. L’evento si svolge in due tempi, l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, e il 24 dicembre, festa di Natale. Gli n’doccieri si vestono in maniera pastorale, con neri e spessi mantelli, pesanti scarponi e con un cappello a falda larga e inforcano così protetti dal fuoco la loro n’doccia. Centinaia e centinaia di n’docce vengono fatte ardere e inizia coì il tragitto sulla via principale del Paese che sembra diventare una strada infuocata di un rosso vibrante. Per dare vita a ciò ci pensano 5 gruppi: Capammònde e Capabballe, Colle Sente, Guastra, San Quirico e Sant’Onofrio e la ProLoco. Tutta la cittadinanza sente questo evento con passione e devozione. Il percorso finisce in un punto di raccolta, dove vengono gettati lì i rimasugli delle fiaccole oramai giunte al termine del loro compito. Si forma di fatto un grande e poderoso falò chiamato “della fratellanza” dove tutte le contrade si uniscono e, dove tutto finisce, tutto si rigenera. La N’Docciata è un rito pagano legato al culto del fuoco che nell’antichità rappresentava un elemento sacro, a protezione dalle forze maligne.  La N’Docciata di Agnone è anche Patrimonio d’Italia per le tradizioni, un premio ambito che a giusta ragione è stato dato a questa manifestazione che ammalia per sempre chi la osserva.

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