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orte il venerdi santo

Fotografie di Carlo Andreani – Fabrizio Cimini – Paolo Lolletti – Claudio Monderna 

ORTE IL VENERDI SANTO

La processione del Cristo morto

Orte, forte di mura e di porte. Cittadina di stampo medievale ma di origini ancor più remote, è cintata da mura e torri che la rendevano inespugnabile, mostrando così la sua potenza in tempi dell’età di mezzo. Sorge su una rupe tufacea, geograficamente nella valle del Tevere in provincia di Viterbo. La cittadina si presenta con una struttura a pianta ellittica che si conforma al colle da cui sorge. La cittadina composta da circa diecimila abitanti, ai tempi d’oggi appare molto composta e religiosa e custodisce un rito tra i più antichi d’Italia: l’emozionante Processione del Cristo Morto del venerdì santo che precede la Pasqua. Il corteo e formato da non meno di cinquecento figuranti, tutti Ortani, e tra questi i Cirenei che trasportano pesanti catene legate alle caviglie di piedi scalzi e trascinando inoltre anche enormi croci che incurvano per il loro peso le spalle. I Cirenei, con il loro sacrificio, espiano i peccati del mondo e sono accompagnati da sette Confraternite che, partendo dalle loro parrocchie, raggiungono la Chiesa Madre di Santa Croce. Lì li aspettano la bara del Cristo Morto e la macchina della Madonna Addolorata che verranno poi trasportati a spalla per tutto il tempo necessario allo svolgimento del rito. Il corteo si sviluppa per tutto il tragitto in un immenso silenzio, e procede nelle arterie principali del centro storico fino a raggiungere la Piazza della Libertà. I partecipanti al rito sono tutti incappucciati rendendo impossibile riconoscerne il volto. La processione si svolge senza il supporto dell’illuminazione cittadina ma con la sola luce delle torce e delle candele. Una volta che tutto il corteo si è posizionato nella Piazza, esso assume una disposizione a forma di cuore attorno alla bara del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. 

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un rito tra i più antichi d’Italia

I Cirenei, con il loro sacrificio, espiano i peccati del mondo

Finita la messa in piazza, il corteo riprende la sua marcia fino a ritornare al punto di partenza, cioè la Chiesa Madre di Santa Croce. Una volta li si riposizionano le due macchine e si da vita all’ultima fase, quella della suddivisione del pane tra fratelli. Inutile dire che la processione assume un carattere molto suggestivo. Infatti vedere le miriadi di candele accese, l’illuminazione elettrica assente, i Cirenei scalzi che trasportano enormi catene che emettono un rumore stridulo, il trasporto sulla schiena di enormi Croci, tutti i figuranti rigorosamente incappucciati, le macchine trasportate a spalla, ascoltando poi litanie dei canti del Miserere e della Stabat Mater e poi il rito del pane spezzato suddiviso tra fratelli, sembra come tornare indietro nel tempo di una storia lontana duemila anni, quando il Cristo Morto poi resuscitò Fotograficamente la manifestazione presenta delle difficoltà operative non proprio semplici da gestire. Infatti la scarsa e quasi nulla illuminazione non permette di fare agevolmente immagini correttamente esposte e prive di mosso. Si ha poi un’altra difficoltà: quella del posizionamento giusto per la cattura di inquadrature efficaci. Molti consigliano di posizionarsi per tempo in posti adatti ma possiamo anche aggiungere che i visitatori sono tantissimi e tutti vogliono fare la loro fotografia ricordo con le più disparate attrezzature, compresi gli immancabili cellulari che vengono innalzati al cielo per lo scatto. Anche in questo caso si avrà qualche problema in più da risolvere. Seguire la processione potrebbe essere una ulteriore opzione ma inevitabilmente si darebbe fastidio ai partecipanti e ai visitatori visto che il tragitto per lunghi tratti è molto stretto. Se si arriva per tempo, quindi prima che si venga raggiunti dalla folta schiera dei visitatori, ci si può recare in Piazza della Libertà. Per poter fare foto bisogna spingere oltre i 3200 ISO in base alla scarsa illuminazione ed utilizzare obiettivi molto luminosi. E se dovesse piovere? Beh, li è tutta un’altra storia! Ci si trova di fronte a un’estrema difficoltà e una scelta: mollare tutto oppure avere scatti memorabili e irripetibili

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